giovedì, marzo 10, 2011

Dinaw Mengestu presenta "Leggere il vento", il suo nuovo romanzo

Leggere il vento, il secondo straordinario romanzo di Dinaw Mengestu: la lotta per trovare il proprio posto in un'America dove le promesse idealizzate si scontrano con la realtà quotidiana


La presentazione


Lunedì 14 marzo, alle ore 16, nell'aula 1 della sede universitaria di Piazza Rosate (di fronte al Liceo Classico “Paolo Sarpi”) la casa editrice Piemme e il Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità dell'Università degli Studi di Bergamo (Dipartimento di Scienze dei Linguaggi, della Comunicazione e degli Studi Culturali, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere) presentano il libro Leggere il vento, opera seconda dell'acclamato scrittore statunitense di origine etiope Dinaw Mengestu. Sarà presente l'autore, il quale sarà impegnato in un colloquio con Paolo Cognetti, scrittore e documentarista, autore di New York è una finestra senza tende (Laterza, 2010).
Introdurrà la conferenza la Prof.ssa Valeria Gennero, docente di letteratura anglo-americana presso l'Università degli Studi di Bergamo e membro del Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità.

Il libro
Jonas ha trent’anni, la pelle scura, e ogni volta che gli chiedono da dove proviene risponde che è americano, suscitando perplessità, soprattutto nei suoi studenti, i bambini di una scuola per bianchi in cui insegna part-time.
Ma Jonas non accetta compromessi, lui è nato nell’Illinois e poi si è trasferito a New York, non ha mai neppure messo piede nella terra dei suoi genitori, l’Etiopia. Suo padre, Yosef, era arrivato negli anni Settanta, dopo un estenuante viaggio in nave, nascosto in una cassa per animali. Mariam, sua madre, lo aveva raggiunto tre anni dopo, rendendosi subito conto che l’uomo con cui doveva convivere non era che la flebile ombra di quello che era stato suo marito. Mariam aveva provato ad amarlo e a conoscerlo da capo, ma lui ormai era un estraneo. Un uomo che spesso parlava da solo, che prima di rientrare in casa stava seduto in macchina per qualche minuto, quasi temesse di attraversare quella soglia. Un uomo che non riusciva più a condividere il letto con lei, che di nascosto dormiva sul divano, emettendo gemiti e lamenti continui. Un uomo che aveva visto troppo e che non aveva la forza di ricominciare a essere felice.
Attraverso la storia dei suoi genitori e del loro lungo viaggio verso la salvezza, attraverso il dolore e lo sconforto, ma anche la speranza in un futuro migliore, Jonas riuscirà ad appropriarsi del suo presente, del fragile rapporto con la moglie, ad accettarsi e ad amare le proprie origini, in un paese che non sembra ancora pronto per ascoltare la sua voce.

Dinaw Mengestu
È nato ad Addis Abeba nel 1978. A due anni si è trasferito negli Stati Uniti con la madre e la sorella, per raggiungere il padre che aveva lasciato l’Etiopia durante gli anni del “Terrore rosso”. Dopo la laurea alla Georgetown University e il master in scrittura creativa alla Columbia University, ha cominciato a scrivere per Rolling Stone (sulla guerra in Darfur) e per altre riviste (tra cui Jane Magazine sul conflitto nel nord dell'Uganda, Harper's e The Wall Street Journal). Leggere il vento è il suo secondo romanzo. Il primo, Le cose che porta il cielo, ha riscosso un grande successo di critica ed è stato insignito di alcuni tra i premi letterari più prestigiosi degli Stati Uniti e del mondo. Mengestu è stato incluso dal New Yorker nell'elenco dei venti migliori scrittori sotto i 40 anni.

Paolo Cognetti
Laureato in matematica e diplomato in sceneggiatura alla Civica Scuola di Cinema di Milano, si è dedicato per un decennio alla realizzazione di documentari a carattere sociale, politico e letterario. Appassionatosi alla letteratura americana, ha deciso di diventare a sua volta scrittore. Ha esordito nel 2004 nell'antologia La qualità dell'aria (Minimum Fax). Successivamente ha pubblicato due raccolte di racconti (Manuale per ragazze di successo, finalista al Premio Bergamo, e Una cosa piccola che sta per esplodere) e una guida letteraria alla città di New York, New York è una finestra senza tende. Vive tra Milano, New York e una baita in montagna in cui trascorre alcuni mesi all'anno. Nel 2009 ha vinto il premio Lo Straniero, riconoscimento attribuito dalla rivista Lo Straniero, diretta da Goffredo Fofi, ad artisti, saggisti, operatori, iniziative culturali e sociali di particolare spessore e generosità.

Il Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità
Il Centro di Studi sui Linguaggi delle Identità, costituitosi nel 1998 nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università degli Studi di Bergamo, si propone di indagare i modi in cui la scrittura letteraria, ma anche cinematografica e mediatica, esprime la crisi del soggetto moderno e postmoderno. In questa analisi particolare attenzione viene prestata alle nozioni di "gender" (ovvero di identità sessuata culturalmente costruita) e di differenza.
Il punto di partenza delle indagini del centro è costituito dalle elaborazioni critiche svolte nell'ultimo quarantennio negli Stati Uniti, ma anche nelle altre aree anglofone, luoghi di confronto e di conflitto fra identità multiple e intrecciate: culturali, sessuali, religiose, etniche, razziali e di classe. Ancor più della Gran Bretagna, gli Stati Uniti, per il loro pluralismo costitutivo e per gli incessanti e massicci flussi migratori e immigratori che li percorrono, si sono dimostrati il terreno ideale per il più pieno sviluppo (e talvolta l'esplosione) delle problematiche legate alle identità e alle differenze. Dalla vita sociale queste problematiche si sono rapidamente trasferite nelle scuole e nelle università, che, legate alle dinamiche di mercato, di competitività e di sopravvivenza, sono da tempo diventate un laboratorio sociale fra i più attivi e cruciali, e un punto di osservazione culturale fortemente significativo.
Dopo decenni di intensissimi sviluppi degli studi specifici sul "gender" e sulle culture minoritarie, sembra farsi strada l'esigenza di una riflessione incrociata che si misuri con i diversi linguaggi delle diverse identità, nuove e antiche, minoritarie e maggioritarie, femminili e maschili, dominate e dominanti, subalterne ed egemoni, periferiche e centrali, nomadiche e stanziali, nelle loro configurazioni e intersezioni storiche, geografiche, antropologiche, politiche. Di questa esigenza il Centro è pienamente partecipe.
Per quanto riguarda il rapporto fra la situazione culturale italiana e quella di altri paesi, il nostro lavoro parte da esperienze prevalentemente statunitensi, senza volersi però limitare a un ambito disciplinare specialistico, ma anzi rapportandosi ai contesti europei e a quello nazionale. In questo senso consideriamo nostri primi interlocutori i colleghi anglisti, per ovvie ragioni, ma anche i cultori di teoria letteraria e di letterature europee, e fra loro gli italianisti, in quanto studiosi della cultura cui il comitato promotore del Centro appartiene, entro cui opera, e dalla quale rivolgiamo lo sguardo a quella statunitense e anglofona in chiave dialettica e comparativa.

Segreteria Organizzativa
Centro Studi sui Linguaggi delle Identità – Ufficio 214
Piazza Rosate, 2
24129 Bergamo
Tel. 035/2052745 – 035/2052705 – zebra(at)unibg.it

Prof.ssa Valeria Gennero: valeria.gennero(at)unibg.it
Dott. Stefano Asperti: stefano.asperti(at)unibg.it
Prof.ssa Anna De Biasio: anna.de-biasio(at)unibg.it